È necessario essere ricchi per comprare casa a Milano?
Comprare casa a Milano, una delle città più care d’Italia. Tutto costa di più a Milano o almeno questo è quello che pensano in molti. E questo pensiero comune colpisce anche il mercato immobiliare.
Ovviamente è innegabile che il mercato immobiliare di Milano rappresenti probabilmente un mercato a sé stante.
Nel centro storico i prezzi si aggirano attorno ai 10.000 euro al metro quadro, situazione di certo non paragonabile a molte altre città italiane.
Ma per comprare casa a Milano è quindi necessario essere ricchi? Forse la domanda fa un po’ sorridere ma in fin dei conti è uno di quei luoghi comuni che aleggiano sopra la città di Milano.
Indubbiamente vivere a Milano ha un costo decisamente più elevato rispetto alla maggior parte delle altre città in Italia.
Tuttavia è bene tenere presente che anche gli stipendi sono più alti rispetto al resto del paese. Inoltre è bene specificare che cosa si intende per comprare casa a Milano.
Molto spesso infatti nell’immaginario collettivo si associa erroneamente a Milano la sola immagine del centro o dei quartieri limitrofi. Effettivamente comprare casa in centro o nelle vicinanze può avere dei prezzi proibitivi.
In realtà l’area metropolitana di Milano è molto vasta ed è ben collegata grazie a una fitta rete di trasporti in grado di connettere qualsiasi area della città con il centro.
Proprio in virtù di questi ottimi collegamenti è possibile compare casa a Milano in periferia e allo stesso tempo godere comunque dei vantaggi della città.
Chi sceglie di comprare casa e quindi di vivere a Milano lo fa per diversi motivi, solitamente per motivi di lavoro o di studio, ma anche perché Milano rappresenta una città inclusiva e aperta.
Per poter assaporare Milano non è necessario vivere in centro e non è necessario essere “ricchi”. Sono numerosi i progetti che hanno come obbiettivo il recupero di quartieri e intere zone della città.
È possibile quindi comprare casa a Milano anche non avendo stipendi da capogiro. Il segreto è quello di non fossilizzarsi sulle zone considerate “alla moda” ma considerare anche le opportunità che quartieri meno “cool” hanno da offrire.